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Immagine del redattoreRik Grey

Saito Hirokichi e il Nihon ken hozonkai

In un relativo breve lasso di tempo, le razze giapponesi passarono da cani derisi, scacciati e perseguitati da accalappiacani ad un vero e proprio status symbol, esempio di superiorità della razza rispetto a quelle occidentali, fonte di orgoglio nazionale ed imperiale.

Tutto questo prima degli anni Trenta era impensabile: mancava soprattutto una classe media borghese in Giappone che potesse avere le capacità anche economiche per sostenere i costi di un cane. Era necessaria la maturazione sociale di questo gruppo di persone, affiancato a un senso di rivolta ideologica nei confronti dell'occidente e della sua corrosiva modernità, per creare un fertile terreno per la svolta di cui Saito Hirokichi si fece fautore.

Saito Hirokichi (1900-1964) aveva una grande passione, i cani. Decise quindi di comprare un cane che fosse di razza pura giapponese come quelli descritti nelle antiche storie giapponesi. Iniziò a cercare un cane che lo soddisfacesse, ma con molta difficoltà. Allarmato che, a causa della contaminazione con altre razze occidentali, i cani autoctoni si stessero per estinguere come era già successi con i lupi, decise nel Maggio 1928 di istituire la Nihon ken hozonkai - Società per la preservazione dei cani giapponesi.

La popolarità della società decollò subito, grazie alla propensione di Saito nello scrivere articoli che proponeva sul giornale della società, grazie ai numerosi interventi sui vari giornali e alle sue frequenti apparizioni in radio per diffondere il suo messaggio.

Il primo numero del giornale della Società nell'aprile 1932 venne consegnato ai suoi primi 140 membri, nel 1939 i membri erano già cresciuti a 1.065 individui.

Nihonjin nara, Nihon-ken o kae! era il suo slogan: "Se sei giapponese, prendi un cane giapponese!". Ma Saito non si limitava a relazionare i cani autoctoni alla nazione, era convinto che i cani giapponesi, dopo anni di storia e di convivenza con il popolo giapponese, ne avessero assimilato anche il carattere. A suo parere i vari tratti della nazione giapponese si erano integrati nella personalità stessa dei cani giapponesi.


Imperial Hotel greeting card
Imperial Hotel greeting card

Negli anni '30 quindi i giapponesi divennero orgogliosi dei loro cani nativi, e una dimostrazione di ciò furono le cartoline di auguri di Natale e di Capodanno inviate agli ospiti dell'hotel Imperial a Tokyo dal suo gestore. I biglietti di auguri rappresentavano cinque razze native, posizionate con orgoglio a tutta pagina, segno evidente della nuova percezione delle razze giapponesi.

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