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  • Immagine del redattoreRik Grey

Come può una statua?

Il Giappone verso la fine del diciannovesimo secolo aveva ormai quasi terminato il passaggio da semplice stato orientale, inferiore alle potenze occidentali, a nuova potenza coloniale in ascesa. Questi tentativi del Giappone di emergere e di espandersi in Asia per essere considerato al pari delle altre potenze ebbero influenze anche nel mondo canino.

Un evento che dimostra questa nuova visione della nazione è la controversia nata per la creazione di una statua in onore a Saigo Takamori e del suo cane nel tardo 1898, in corrispondenza della commemorazione del trentesimo anniversario della Restaurazione Meiji.

Saigo fu uno dei principali leader della Restaurazione che portò il regime oligarchico al potere, ma dopo nove anni lui stesso lanciò una sfortunata ribellione contro il governo, nella quale morì. La statua in suo onore fu quindi un tentativo per riabilitare la sua figura politica, da quella di ribelle del governo Meiji a eroe della Restaurazione.

Statua di Saigo Takamori e del suo cane - Parco di Ueno a Tokyo, 1898

Ironicamente, il piccolo e apparentemente insignificante cane alla sua destra creò molte più controversie rispetto alla figura di Saigo stesso. Fu istituito un comitato composto da diversi esperti e artisti, che decisero di ritrarre Saigo in versione un po' più casual, con un semplice hitoe a caccia di conigli con il suo cane. Questo stratagemma permise di evitare la classica statua dell'eroe vestito in uniforme militare, che avrebbe lasciato spazio ad una scelta troppo difficile: vestirlo come leader militare della Restaurazione oppure come militare ribelle del governo Meiji?

Sul cane quindi si riversarono tutte le attenzioni e le discussioni. A Saigo piaceva andare a caccia con i suoi cani, molti dei quali erano di origine occidentale. Il suo preferito era un cane grosso e fiero con orecchie lunghe a penzoloni, ma gli scultori si convinsero ben presto di affiancare a Saigo un cane molto più piccolo dell'originale, temendo che la grandiosità della sua figura ne potesse risentire. Affiancare un grosso cane occidentale avrebbe probabilmente stonato accanto a un simbolo della storia giapponese vestito in abiti tradizionali, e il messaggio di riabilitazione politica sarebbe stato meno forte e diretto. Quattro mesi prima dell'inaugurazione venne mostrato il prototipo della statua del cane, ma quel cane di razza indefinita probabilmente di origini miste, lontano dall'originale e vicino a niente di definito, non soddisfò nessuno. Gli scultori quindi modificarono le orecchie del cane, ora piccole e a punta, e arrivarono alla versione finale della statua in tempo per l'inaugurazione di Dicembre 1898. In pratica il cane a fianco di Saigo era ormai molto simile alla razza Satsuma, con grande soddisfazione della prefettura stessa inorgoglita dalla scelta.

Sembra un evento di poca importanza, ma questa modificazione che il cane di Saigo ebbe dalla sua versione iniziale a quella finale, lascia sottintendere molte cose.

Il risveglio e il successo geopolitico del Giappone con la guerra sino-giapponese, l'occupazione di Taiwan e la conquista della penisola del Liaodong che avvenivano in quegli anni indubbiamente alzarono il livello di orgoglio nazionale, e tutto ciò si riflesse anche sulla scelta di una statua di un cane, non più di razza occidentale, ma piccolo e orgogliosamente giapponese.

Dalla fine del 19esimo secolo fino alla fine degli anni Venti si innesca quindi un lento meccanismo di rivalutazione delle razze giapponesi, un periodo di transizione che porterà al periodo d'oro delle razze giapponesi.

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